Sono Lorenzo Belli e da oltre dieci anni racconto di pallacanestro su uno dei principali portali dedicati a questo meraviglioso sport, dividendomi tra cronache dei match e la passione per lo scouting. Intuire la qualità e il talento che si cela dietro ad un giocatore è sempre stata una vocazione e già nel 2012 compilavo scouting report per un coach del massimo campionato italiano sui talenti delle under d’Eccellenza e tra qualche errore di sopravalutazione (o sottovalutazione, chiedo scusa a Tommy Laquintana e Mattia Udom ma ben felice per loro che mi abbiano smentito) dopo una decina d’anni posso dire di aver visto giusto su il 66% dei profili presi in considerazione. Mai accantonata questa prerogativa di anticipare le qualità dei giocatori prima che si affermassero al grande pubblico (come dimostrano gli stralci di un articolo datato 2016 a cui sono rimasto molto affezionato che riporto di seguito) durante la pandemia ho incominciato la lunga raccolta dati che ha dato vita a questo progetto
John Brown (UniCusano Roma – ala/centro 1992 – Holy Cross) Istrione pescato nel sommerso del meraviglioso mondo universitario americano è un moto perpetuo lungo il campo che si adatta alla perfezione al gioco veloce voluto da coach Corbani; manca al momento il tiro dal perimetro che potrebbe aprirgli scenari importanti per la sua carriera, tutto il resto invece già c’è: 20 punti di media con un sontuoso 63% dal campo a cui aggiunge un dato clamoroso come i 5 rimbalzi offensivi catturati ad allacciata di scarpe (sono quasi 9 nel complessivo). Sempre in doppia cifra dal suo arrivo in capitale, ha per due volte superato quota 40 nella valutazione complessiva e non è mai andato sotto al 50% dal campo in una singola partita; impressiona anche la sua maturità che lo porta a perdere pochissimi palloni (appena 1,45) in confronto a quanti ne ruba (2) e che trasforma in assist (anche qui poco più di 2). Banale specificarlo, con 27 di valutazione media è il migliore di tutta la A2 considerando Est ed Ovest, quando i numeri non mentono.
Jalen Reynolds (Ambalt Recanati – centro 1992 – Xavier) Il suo buongiorno al Belpaese è stato un 22+11 con 5 stoppate di contorno, un biglietto da visita alquanto belligerante per gli avversari del pitturato. La sua squadra non sta vivendo un periodo positivo ma le colpe di sicuro non si possono andare a cercare nel rendimento del rookie; abbastanza grezzo, ruvido è un guerriero del pitturato sfrutta bene il suo corpo per tirare ad alta percentuale (66% dal campo) ma il suo punto di forza sta nella metà campo difensiva dove assicura protezione al ferro con i suoi tentacoli sempre pronti a rispedire al mittente il pallone (poco meno di 2 stoppate a gara, gli garantiscono un posto nei migliori 5 della specialità) e presenza a rimbalzo dove viaggia oltre le 10 carambole a gara con un high a 18, qui si prende il gradino più alto della graduatoria a tema. Il tallone d’Achille pare manifestarsi nel carattere dato che tecnici e proteste – che contribuiscono al primo posto anche nella classifica dei falli fischiati contro – condiscono il menù di un vero agonista ma per una presenza cosi importante sotto i tabelloni ci si può adeguare
Tratto da: “Smith & Brown e la rookie class della A2” del 10/12/2016
Se ti piace il progetto e vuoi aiutarne la crescita puoi fare una donazione libera su STRIPE ITALIAN BASKETBALL SCOUTING